TU CREDI? SONO IO, COLUI CHE TI PARLA… CREDO, SIGNORE!

Un saluto a tutti coloro che avranno la bontà e la voglia di leggere queste note, in un tempo di buio e di fatica, segnato dal timore de dall’incertezza causati da questo virus, subdolo e sconosciuto. La luce della Parola ci raggiunge nel cuore della Quaresima, una Quaresima davvero di “quarantena” e di digiuno dalla verità più preziosa che costituisce l’identità dell’uomo, il suo cuore e le sue relazioni.

La provvidenza ci fa prendere in esame un aspetto fondamentale dell’itinerario di fede di ogni discepolo del Cristo, cioè il vedere: a fare da sfondo al nostro discorrere sarà infatti lo splendido brano del cieco nato, evangelo della Quarta domenica di Quaresima, che occupa per intero il capitolo 9 del Vangelo di Giovanni.

Procederemo in questo modo: tenteremo in un primo momento di dare uno sguardo complessivo al testo attraverso alcune brevi e appena accennate note esegetiche; in un secondo momento guarderemo ai personaggi del racconto e lo faremo con uno sguardo particolare, potremo dire “vocazionale”.

Ogni personaggio o gruppi di persone che troviamo nel testo ci illuminerà su un aspetto essenziale dell’essere cristiani; è ovvio che il fulcro del nostro discorso, fatto salvo l’immancabile Gesù, ruoterà attorno alla figura del cieco, simbolo fin troppo evidente di un cammino di conversione, di presa di coscienza, di sequela, di fede.