Il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2025 si ispira al brano del Vangelo di Giovanni: “Credi tu questo?” (Giovanni 11,26).
Il 2025 segnerà il 1.700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico. Questa commemorazione offre un’occasione unica per riflettere e celebrare la fede comune dei cristiani, così come è stata espressa nel Credo formulato in quel Concilio. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2025 è un invito ad attingere a tale eredità comune e ad approfondire la fede che unisce tutti i cristiani.
Riportiamo alcune informazioni sul Concilio di Nicea tratte da un’intervista a Chiara Curzel, docente di Patrologia e Patristica all’Istituto superiore di Scienze religiose “Romano Guardini” di Trento, tratte da questa intervista:
Concilio di Nicea, da 1700 anni cristiani uniti dalla fede professata e condivisa.
Ripercorriamo l’evento: che cosa avvenne [nel Concilio di Nicea]?
«Il concilio fu convocato dall’imperatore Costantino nel 325 per dirimere una questione di tipo teologico: la cosiddetta questione ariana che metteva in dubbio la piena divinità del Figlio rispetto al Padre fino a considerarlo la prima delle creature, e dunque discuteva l’idea stessa di Dio e di salvezza. L’evento raduna un grande numero di vescovi, circa 300, quasi tutti della parte orientale dell’impero, anche se non manca qualche rappresentante dell’occidente e persino di qualche regione non sottomessa a Roma».
Qual è il tratto caratterizzante?
«È importante il fatto che la questione dibattuta venga risolta in maniera sinodale, con il radunarsi dei rappresentanti ufficiali delle chiese, e attraverso la stesura di una professione di fede comune, che diventa da questo momento in poi prova della retta fede e elemento di comunione tra le chiese».
Quali furono le conseguenze di questo atto ecumenico?
«Il credo che ne scaturisce è sicuramente qualcosa di nuovo, perché è la prima formula pubblicata da un sinodo ecumenico e dunque il primo a poter reclamare un’autorità universale. Nello stesso tempo esso è però anche un punto di arrivo che riassume le varie acquisizioni teologiche dei primi tre secoli dell’era cristiana all’interno di una formula condivisa che poi, con le acquisizioni del successivo Concilio di Costantinopoli del 381, rimarrà fino a oggi il fondamento della fede professata dai cristiani». […]
Qual è l’attualità di questo anniversario, dopo 1700 anni?
«Il Concilio di Nicea continua a essere importante per la chiesa, sotto vari aspetti: ecumenico, storico, politico, culturale, pastorale, teologico, territoriale… Nella sua valenza ecumenica dice che i cristiani trovano unità attorno alla fede professata e condivisa, che cerca parola per dirsi. Da un punto di vista storico si trova nel momento di passaggio da una fede perseguitata a una fede riconosciuta e favorita; segna quindi il passaggio verso il tempo successivo, di cui siamo figli».