Gruppi Ministeriali, una nuova sfida per vivere la Chiesa

Calo dei preti, difficoltà a reperire “forze pastorali”, necessità di rivedere l’organizzazione delle parrocchie e formare Unità pastorali: queste sono le sfide che la chiesa vicentina da circa 30 anni (!) ha cominciato ad affrontare, riflettendo, confrontandosi, cercando di vedere come altre diocesi hanno gestito questi passaggi, comuni a tutta la chiesa italiana.

Ci si è chiesti: questa è una tragedia da sopportare o può diventare una opportunità di crescita e di maturazione nella fede?

I primi documenti della nostra diocesi in riferimento a questi temi sono datati 1987 e fa specie che qualche nostro buon cristiano nel 2019 sembri cadere dalle nuvole quando si parla di Unità pastorali, di un volto nuovo di chiesa da concretizzare anche nel nostro suolo duevillese, dove i laici abbiano una presenza più corresponsabile nella formazione e nella applicazione delle scelte pastorali.

In ordine a queste necessità dal 1991 il cammino diocesano prevede la costituzione in ogni parrocchia del Gruppo Ministeriale, i cui compiti e ruoli si sono definiti lungo il cammino, prendendo volti sempre diversi a partire dalle condizioni concrete di quel tal territorio o di quella comunità cristiana o Unità Pastorale.

Nell’ultimo week end di febbraio e nel prossimo secondo week end di marzo un nutrito gruppo di 16 donne e uomini della nostra Unità pastorale insieme a don Fabio O., dopo un percorso di avvicinamento e approfondimento del senso e della realtà del Gruppo Ministeriale, hanno iniziato il tratto ultimo del percorso di formazione e sabato 9 marzo alle ore 20.30 presso la Casa Sacro Cuore in Corso Padova a Vicenza presenteranno nelle mani del Vicario Generale la loro scelta di diventare nelle rispettive comunità punto di riferimento operativo nei vari ambiti nei quali si dipana la vita pastorale.

Ma perché è necessario il Gruppo Ministeriale?

Si legge nel Documento del Vescovo Beniamino circa le Unità Pastorali promulgato nel gennaio 2018 (documento che diventa punto di riferimento per il cammino diocesano dei prossimi anni):

“I Gruppi Ministeriali si stanno rivelando un prezioso aiuto per i presbiteri nel farsi carico dell’accompagnamento della vita delle parrocchie, da una parte aiutando a mantenerne l’identità e dall’altro aprendole al cammino comune nelle Unità Pastorali. Essi ricevono dal Consiglio Pastorale Unitario le indicazioni prioritarie per la vita pastorale delle parrocchie, e le concretizzano nella situazione particolare locale. Una effettiva operosità del Gruppo Ministeriale, sempre in accordo con i presbiteri, anche per le questioni organizzative, potrebbe sollevare i presbiteri da molti impegni.”.

E poi si dichiara:

“Ogni Unità Pastorale formi e si avvalga del Consiglio Pastorale Unitario, pur consultando le realtà locali in talune circostanze; affidi la gestione dei beni ai Consigli Parrocchiali per gli Affari Economici; costituisca il Gruppo Ministeriale per la condivisione con i presbiteri dell’intera vita della comunità.”.

Più concretamente, cosa sono chiamati a fare i membri del Gruppo Ministeriale?

Nella nostra tradizione ecclesiale, la presenza e il ruolo del parroco erano motivo di sicurezza per le comunità, e garantivano in concreto l’identità e la continuità della vita ecclesiale, anche se questo fatto poteva talora (soprattutto nelle piccole parrocchie) non lasciare molto spazio alla partecipazione dei laici. Ora non è più così.

Se è cambiato e va ripensato il rapporto fra prete e comunità, anche le comunità sono cambiate e devono ripensare sé stesse. Infatti la parrocchia non è più il centro di tutta la vita della gente, perché molto spesso il lavoro, la scuola, le amicizie, il tempo libero e la stessa esperienza religiosa vengono vissute “altrove”.

L’assenza di un parroco stabilmente residente lascia in alcuni un senso di vuoto, ma sta pure facendo crescere la consapevolezza che la continuità e la vitalità della parrocchia chiamano in causa la responsabilità e l’impegno di coloro che ne costituiscono il tessuto vivo e permanente, e cioè i laici. In ogni caso occorre chiedersi: come è possibile sostenere e orientare queste nostre comunità cristiane? La nostra Diocesi sta cercando di rispondere a queste istanze, non semplicemente per far fronte a un problema organizzativo (la diminuzione dei preti), quanto piuttosto per crescere nell’esperienza della comunione e della corresponsabilità per la missione.

In questo contesto di esigenze e di problemi è maturato il progetto del Gruppo Ministeriale per l’animazione comunitaria. Le persone che lo formano, in assenza di un presbitero residente, vengono poste come punto di riferimento permanente e riconosciuto per l’animazione della vita comunitaria e dei diversi servizi (ministeri), in pieno accordo con i presbiteri dell’unità Pastorale.

I membri del Gruppo Ministeriale quindi hanno il compito di promuovere la comunione e l’azione pastorale, di armonizzare i diversi aspetti della vita comunitaria, e di animare il cammino di fede della comunità e delle persone. Si tratta cioè di individuare e attuare le vie che consentono un’effettiva partecipazione alla funzione di “sintesi” propria del ministero pastorale, nelle forme coerenti con l’identità laicale e in un contesto permanente di collaborazione corresponsabile con il ministero ordinato. Per questo il ministero dell’animazione comunitaria comporta uno specifico “mandato ecclesiale” ricevuto dal Vescovo e riconosciuto dalla parrocchia.

A questi compiti e responsabilità si stanno preparando i nostri amici e amiche che hanno accettato di far parte dei prossimi Gruppi Ministeriali.

In una celebrazione apposita al termine del cammino di formazione questi amici saranno presentati alle comunità le quali saranno chiamate a riconoscerne la presenza autorevole e il servizio gratuito per il bene di ogni singola parrocchia e di tutta l’Unità Pastorale.